Madera y bronce
cm 40*27*28h
2016
La opresión de los factores sociales, que sociedades anteriores han sufrido por raza o religión, que lamentablemente continúan en la sociedad de hoy; un holocausto como un chillido silencioso. El grito como forma de expresión, un grito a la libertad de todos aquellos que murieron que singuen muriendo de una forma silenciosa.
Legno e bronzo
cm 40*28*28h
2016
“Per i nazisti, il giudaismo non era affatto una religione, ma una sorta di perversione genetica che ha colpito coloro che in un modo o nell’altro, erano stati in contatto con lui e che, in qualche modo, li spinse ad agire al di là della loro volontà individuale o delle scelte morali, in modo contrario ai grandi valori della civiltà, che gradualmente era minata da dottrine come il cristianesimo e il socialismo che pretendevano imporre il proprio sviluppo per rallentare il ritmo dei più deboli. La slava, la zingara, la Mediterranea, ecc, erano razzialmente inferiori ma compatibili con la civiltà, se accettavano la loro inferiorità razziale, l’Ebrea non lo era, in ogni caso, era un “cancro”, le cui metastasi non potevano essere fermate attraverso la conversione religiosa o l’espulsione e contro il quale vi era una sola “soluzione finale”: lo sterminio assoluto di tutti gli ebrei.”
CARLOS MORALES
(poeta argentino)
Il disagio vissuto da ciascuno di noi per l’oppressione dei fattori sociali, in questo caso quello che ha vissuto la nostra società prima di noi e che purtroppo continua ancora, mi ha portato a rappresentare l’olocausto in forma di un urlo silenzioso. Il grido come una forma di espressione, un grido per la libertà di tutti quelli che morirono e che tuttora muoiono e le cui grida nessuno sente.